InstantHouse 2011
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Location: Milan
Year 2011 Team: Arch. Manuele Mossoni Arch. Fabio De Ciechi Arch. Carlo Gallelli Arch. Luca Genoni |
InstantHouse Social Club is the project of small structures at the local level, the objective of which is to communicate through a network of services, living spaces around the parks, making them the largest public space around which connect the different parts of the city of Milan. A network of services located along the waterway system proposed by the project EXPO 2015 as the central theme of the proposal of the competition.
The proposal involves the construction of a multifunctional aggregation space in the parks and the network of waterways planned for EXPO 2015. The project is generated by the union of elements developed from a few keywords. The context is the environment in which the finished project is related through a network of services and infrastructure at the urban scale. To the idea of a social club that is primarily an open and flexible. A space of passage that knows how to be the shell of different cultures and able to contaminate each other. In it converge two ideas gained from several years of confrontation with this territory: the first, aimed at the future, is nothing but the realization of what Milan will be in the coming years: a town called to lead in testing projects related to green to a new culture of food in a landscape increasingly globalized made from nine billion people. The second one is the soul of the city, apparently in slow on large transformation processes, but made of a multitude of individual energies. That's why we believe it is necessary that all projects do not suffer from discontinuities, and are therefore always connected by small and dynamic public spaces in which each micro reality can establish itself within a much broader vision for the future. The theme of the permeability is strongly connected to the place where the building will be located. We wanted to create an intimate space, repaired and very well defined within a park, a space in which the first piece of furniture was just the environment visible from every point. It is thought to this design to a structure that came out from the ground to develop as a small hill of wood. At this point the definition of the interior spaces suggested which parts of the coverage make opaque and which ones to keep completely open to the voices and the smell of the green. The study of form begins with the foregoing considerations. But how to transfer these ideas to a project clearly making great ability and experience of the Italian industry in woodworking? And above all, how to combine this technical capability with the concepts of environmental sustainability and energy? These are the questions asked to move from a product concept to its feasibility. The organicism of form provides the use of structural elements in laminated wood. As these are elements all different from each other we have moved to an analytical procedure for configuring the form that had as its output a catalog of pieces possible with the most advanced technology of CNC cutting. The structural grid is as follows from warping main and a secondary stiffening that give particular importance to the aesthetic project. The interweaving that results is a fascinating interplay of solids and voids that allow to filter the light with a perceptual effect very similar to that which occurs between the trees in a forest. The parts of the cover are made from completely opaque wood panels made of pressed industrial waste and treated for outdoor use. The orientation of the form and its last definition takes into account the solar exposure of the cover. This in support of the possibility of applying the opaque parts of a photovoltaic amorphous silicon thin film. This technology can be applied to curved surfaces making it invisible from practicing certain privileged points of view. The idea is to make the whole structure completely self-sufficient with an area about 8 square meters of solar panels. |
InstantHouse Social Club è il progetto di piccole strutture a scala locale, il cui obiettivo è mettere in comunicazione, attraverso una rete di servizi, gli spazi dell'abitare intorno ai parchi, che diventano così il grande spazio pubblico attorno al quale si collegano le diverse parti della città di Milano. Una rete di servizi situati lungo il sistema delle vie d'acqua prospettate dal progetto EXPO 2015 è così il tema centrale della proposta del concorso.
La proposta prevede la costruzione di uno spazio di aggregazione multifunzionale all’interno dei parchi e della rete di vie d’acqua prevista per EXPO 2015. Il progetto si genera dall’unione di elementi sviluppati a partire da alcune parole chiave. Il contesto è l’ambiente con cui il progetto finto si relaziona attraverso una fitta rete di servizi e infrastrutture a scala urbana. Da qui l’idea di un social club che sia prevalentemente uno spazio aperto e flessibile. Uno spazio di passaggio che sappia essere il guscio di diverse culture e capace di contaminarle reciprocamente. In esso convergono due idee maturate da alcuni anni di confronto con questo territorio; la prima, rivolta al futuro, non è altro che la presa di coscienza di quello che Milano sarà nei prossimi anni: una città chiamata a fare da guida nella sperimentazione di progetti legati al verde a ad una nuova cultura dell’alimentazione in un panorama sempre più globalizzato fatto da nove miliardi di persone. La seconda invece è l’anima della città, apparentemente lenta nei sui grandi processi di trasformazione, ma fatta di una moltitudine di energie individuali. Ecco perché secondo noi è necessario che tutti i progetti non soffrano di discontinuità, e siano dunque sempre connessi da spazi pubblici piccoli e dinamici nei quali ciascuna micro realtà possa affermarsi all’interno di una visione molto più ampia per il futuro. Il tema della permeabilità è fortemente connesso al luogo in cui la costruzione sarà collocata. Si voleva creare uno spazio raccolto, riparato e molto ben definito all’interno di un parco; uno spazio nel quale il primo elemento di arredo fosse proprio l’ambiente circostante visibile da ogni punto. Si è pensato per questo motivo ad una struttura che uscisse dal terreno per svilupparsi come una piccola collina di legno. A questo punto la definizione degli spazi interni ha suggerito quali parti della copertura rendere opachi e quali mantenere completamente aperti alle voci ed ai profumi del verde. Lo studio di forma prende avvio dalle considerazioni appena esposte. Ma come trasferire queste idee ad un progetto rendendo in modo chiaro la grande capacità ed esperienza delle industrie italiane nella lavorazione del legno? E soprattutto, come combinare questa capacità tecnica con i concetti di sostenibilità ambientale ed energetica? Queste le domande poste per passare da un prodotto concettuale alla sua realizzabilità. L’organicismo della forma prevede l’impiego di elementi strutturali in legno lamellare. Trattandosi di elementi tutti differenti tra loro si è passati ad un procedimento analitico di parametrizzazione della forma che avesse come output un catalogo di pezzi realizzabili con le più avanzate tecnologie di taglio a controllo numerico. La maglia strutturale risulta così composta da un’orditura principale e da una secondaria di irrigidimento che conferiscono particolare rilevanza estetica al progetto. L’intreccio che ne deriva è un suggestivo gioco di vuoti e pieni che lasciano filtrare la luce con un effetto percettivo molto simile a quello che si ha tra gli alberi in un bosco. Le parti della copertura completamente opache sono ottenute da pannelli in legno composti da scarti industriali pressati e trattati per esterno. L’orientamento della forma e la sua ultima definizione prende in considerazione l’esposizione solare della copertura. Questo a supporto della possibilità di applicare sulle parti opache un sistema fotovoltaico in silicio amorfo in film sottile. Questa tecnologia consente di essere applicata su superfici curve risultando praticante invisibile da alcuni punti di vista privilegiati. L’idea è di rendere completamente autosufficientel’intera struttura con una superficie circa 8 mq di pannelli solari. |